Recensione Dritto al cuore

Venerdì 21 ottobre 2022, presso il teatro San Marco di Trento, in occasione della seconda serata del festival IN_visibile3, è andato in scena Dritto al cuore, con la compagnia Teatro del sorriso di Ancona.

Tutto lo spettacolo si svolge nel clima claustrofobico di una cella, in cui un ufficiale dell’esercito israeliano interroga un combattente palestinese, catturato durante un rastrellamento. Il dialogo, teso, violento, a tratti brutale, che intercorre tra i due personaggi, mette in evidenza i temi del conflitto che da sempre divide i due popoli. Lo spettacolo, ricco di colpi di scena, arriva davvero dritto al cuore, anche grazie a musiche e suoni evocativi che ben sottolineano la drammaticità del tema dello spettacolo.

I due protagonisti, il colonnello Yaron (Ettore Budano) e il prigioniero Hikmet (Fabrizio Ilacqua), sono due nemici divisi da odio, guerra, rancori e accumunati solamente dall’amore per la poesia, che suscita speranza di dialogo tra i due, facendo emergere la loro umanità più profonda. La scenografia, che viene mantenuta invariata per l’intera opera, contribuisce a creare un senso di angoscia e timore, tanto quanto la luce tenue che illumina il palcoscenico in fasce, come se il sole filtrasse debolmente da una grata.

Nel complesso lo spettacolo, tratto dal testo di Patrizio Cigliano, con i suoi dialoghi adeguati al contesto, risulta avere un ritmo incalzante, anche grazie alla regia di Giampiero Piantadosi, facendo sì che lo spettatore si ponga tante domande, a cui alla fine dello spettacolo potrà forse trovare risposta.

Angela Pojer e Pietro Revolti