Recensione Sonder

Dopo una lunga gestazione, tormentata dalle vicende della pandemia, venerdì 1 dicembre 2023 la Compagnia dei Giovani ha finalmente portato agli occhi del pubblico la sua nuova produzione Sonder, in occasione della serata conclusiva di premiazione della quarta edizione del festival nazionale/internazionale IN_visibile, organizzato dalla compagnia stessa al Teatro San Marco di Trento.

Sonder è il frutto di un laboratorio di scrittura creativa collettiva che ha visto protagonisti i componenti della compagnia dalla produzione di monologhi e scene brevi fino alla raccolta, alla selezione e al loro meticoloso adattamento con il regista Michele Torresani. Il risultato di questa operazione drammaturgica, svolta inizialmente anche a distanza, è una ramificazione in venti frammenti della quotidianità di persone comuni, che in diverse fasi della vita si confrontano con lo scorrere di un tempo, vissuto, temuto, ignoto, lontano e allo stesso tempo vicino.

Fra queste storie si può seguire la vita di tre bambini irrequieti che intraprendono il viaggio della vita, crescendo con il procedere dello spettacolo fino alla sua conclusione; fra loro un uomo di origine straniera si ritrova in un processo in stile kafkiano: senza un avvocato né consapevolezza della sua accusa, in balia di un giudice e di un poliziotto dai tratti assurdi, come quelli tratteggiati nel rapporto angoscioso tra una pendolare e il tabellone delle partenze, che la porta ad uno stallo emotivo, rappresentato in modo toccante, mentre un personaggio ricorrente, dai toni poi mistici, pulisce la scena.

Il tutto viene raccolto nella cornice di una stazione, luogo dove tante vite si toccano e si allontanano, che si trasforma da sala d’aspetto a salotto di casa, fino a divenire fondale marino. Ad aiutare la fantasia degli attori si inserisce l’uso innovativo di schermi video e di tre poltroncine di un teatro, unici elementi fissi della scena, da cui i personaggi assistono allo scorrere della vita, così come il pubblico assiste alla loro.

In un mare di storie semplici e allo stesso tempo complesse, l’effetto finale che si crea nel pubblico riporta inevitabilmente al titolo: Sonder, un neologismo che esprime il momento in cui si prende consapevolezza di come ognuno abbia una vita complessa quanto la propria, che procede indipendentemente dal fatto che qualcun altro ne sia consapevole. Creando questa sensazione la Compagnia dei Giovani riesce nel (non facile) tentativo di conciliare la complessità e l’angoscia del tempo odierno con le vite ordinarie di persone comuni di cui non sappiamo i nomi ma che, proprio per questo motivo, inevitabilmente toccano il vissuto personale di tutti coloro che assistono e assisteranno a questo spettacolo.

Tommaso Balzani